Le docenti della sezione C della Scuola dell’Infanzia Via dei Mille, grazie alle informazioni ottenute dal corso “Studenti oppositivi-provocatori” tenuto dal Dott. Stefano Rossi, hanno inteso intraprendere un percorso educativo-didattico per aiutare i bambini a guardare alle proprie emozioni per dar loro un nome e avviarli a conoscere se stessi. Imparare ad ascoltare e ad ascoltarsi per controllare e regolare le proprie emozioni, attivare relazioni interpersonali positive con pari ed adulti allo scopo di facilitare il contatto e la complicità nei rapporti con se stessi ed altri.

Recenti studi nell’ambito delle neuroscienze hanno inoltre dimostrato l’esistenza di una relazione neurale tra sistemi emotivi e sistemi cognitivi per cui in ambito scolastico è necessario attuare interventi educativi che potenzino tanto le funzioni cognitive quanto quelle emotive.

Uno scarso sviluppo dell’intelligenza emotiva espone bambini ed adolescenti ad attacchi di rabbia che sfociano nell’aggressività, depressioni, disturbi alimentari e ricorso a sostanze stupefacenti.

Prevenire tali atteggiamenti è compito primario della scuola; gli insegnanti attraverso un rapporto empatico con gli alunni possono così rendere funzionale i processi di insegnamento- apprendimento posti in essere.

La proposta educativa ha avuto inizio a seguito di un episodio di rabbia accaduto in sezione; le insegnanti hanno lavorato con i bambini al fine di trasformare la “forza” della rabbia in “energia vitale”.

La prima esperienza riguarda la visione alla LIM del libro “Che rabbia” di Mireille D’Allancé. I bambini hanno conosciuto Roberto, protagonista del libro, che si trova ad affrontare un’emozione brutta e cattiva “la rabbia” che inizialmente distrugge tutto ciò che incontra poi, pian piano, si ridimensiona diventando sempre più piccola ed è infine riposta simbolicamente in una scatola blu.

  

 

Attraverso le attività ludico-motorie i bambini rafforzano capacità di cogliere la comunicazione emotiva corporea.

  

 

 

I bambini in circle-time condividono le loro emozioni raccontando e poi rappresentando graficamente “… quella volta che ero arrabbiato…”

 

  

Infine i bambini realizzano “la bottiglia della calma” strumento ispirato alla metodologia montessoriana che li aiuta a ritrovare autonomamente la calma e la tranquillità dopo un pianto o un litigio.