Come si chiamava la nebbia che nascondeva tutto?Velina!, con la V grande.

Velina nascondeva tutte le cose e le persone non potevano neppure andare a fare la spesa perché non trovavano la stra da per arrivare al supermercato, ma, poi, arrivò il sole e il mondo ritrovò i suoi colori.

Questa, in sintesi, la storia inventata dai bambini della Classe ID.

Quella della narrazione, dell’invenzione delle storie e della loro rappresentazione grafiche è un’attività che include molteplici funzioni metacognitive.

“Con il termine metacognizione si intende l’insieme dei processi cognitivi e di costru- zione della conoscenza che hanno come oggetto non un sapere specifico bensì le attività cognitive stesse. La meta cognizione ha dunque come oggetto le facoltà e gli strumenti intellettuali del conoscere: memoria, apprendimento, ragionamento, capacità di scambio, condivisione, commento… E genera possibilità di imparare da soli, di auto-assegnarsi “compiti” di carattere cognitivo e di portarli a termine. La competenza metacognitiva è, per unanime convinzione degli studiosi del settore, evolutiva e viene incrementata dal- l’istruzione: vale a dire che le facoltà metacognitive crescono, nei soggetti, relativamente allo sviluppo psicofisico individuale e all’incremento delle conoscenze.” 

Il pensiero narrativo che, per Andrea Smorti è, sostanzialmente, una metodologia inferenziale. «Quando procede in modo narrativo, l’individuo articola sequenze temporali di concatenazione e di congiunzione sensibili al contesto. Si muove dunque in senso orizzontale, collegando gli elementi in rapporto ad un’azione, all’intenzionalità, agli scopi, agli strumenti e alle motivazioni secondo una rete che enfatizza la coerenza di una storia. Egli è interessato a ricostruire i rapporti fra parte e tutto…” 

Nella narrazione si  impara ad imparare e a mettere in forma personale ciò che si impara. Le competenze metacognitive, nella narrazione si configurano come un congegno che connette e dunque attiva quella “reticolo” di conoscenze costituito da esperienza e immaginazione, “reticolo” da cui generano la capacità di costruzione del simbolico e della sua decodifica.