” L’acquisizione della lettoscrittura richiede che la componente di analisi uditiva dei suoni costituenti le parole si sviluppi in parallelo alla capacità di analisi visiva. L’abilità di discriminazione uditiva consente di percepire le differenze e distinguere i diversi suoni della propria lingua. Discriminare i suoni all’interno della parola significa, quindi, saperli individuare nelle componenti minimali: i fonemi. E’ opportuno ricordare che lo stesso fonema può assumere maggiore rilevanza all’interno di una parola rispetto a un’altra. Il bambino deve essere allenato e allertato a discriminare (segmentare o isolare) gruppi fonemici e fonemi all’interno della parola.” (ctz- Prof. Cesare Cornoldi).

Le attività del laboratorio metafonologico nelle classi prime accompagnano l’apprendimento della lettoscrittura secondo metodi che ciascun docente adotta, dunque ben possono definirsi di allenamento e attivazione dei “circuiti attenzionali” che danno luogo ad un processo definito dalle neuroscienze  “processo cinematico (spazio/temporale) che si realizza microsecondo per microsecondo“. 

Ecco quindi che un semplice gioco come quello di riprodurre una sequenza a intervalli variabili di semplici componenti, contiene gran parte degli elementi cognitivi necessari all’apprendimento della lettoscrittura: discriminazione e analisi uditiva e ritmo (D.U.R.).

La connotazione giocosa e non giudicante dell’attività che viene proposta resta comunque fondamentale perché, come sottolineato ancor una volta dalle neuroscienze,  “...nel rapporto tra scienze cognitive ed emozioni nell’apprendimento, in particolare nell’esperienza dell’errore,  se questo viene percepito emotivamente come fonte di dolore, sviluppa naturalmente un sentimento di paura, e di conseguenza istinto di fuga. Per questo motivo l’apprendimento e anche l’esperienza dell’errore devono essere percepiti con gioia, con amore, come un’opportunità, per sviluppare al massimo le potenzialità di ogni singolo bambino.”  ( ctz. prof. ssa Daniela Lucangeli)