“Che posso contare?”. Scuola dell’Infanzia V.V.Veneto, sez. B.

 

In classe si verificano spesso conflitti di natura matematica: “Loro hanno preso più costruzioni …, lui ha più chiodini …, loro hanno più pentole …, io ho poche macchinine…”.

C’è quindi la necessità di superare le percezioni sbagliate sulle quantità, imparando a contare.

Se si sanno definire le quantità, le situazioni si appianano.

Di conseguenza, è oggettivamente possibile realizzare una situazione più giusta per tutti.

I bambini desiderano profondamente che venga applicata la giustizia in classe; infatti la frase più ricorrente che viene detta è “non è giusto!”. Quindi la matematica è strettamente connessa con la giustizia!

 

Tutti i bambini vengono coinvolti quotidianamente nelle operazioni del contare: contare i bambini in fila, contare oggetti, tovagliette, bicchieri, pentole, pezzi dei puzzles, costruzioni, bambole, animali, fagioli, fogli, pennelli, matite, sassi, cerchi, coni, birilli, contare i goal, le caselle del campanone, ecc.

In classe si fanno spesso conversazioni sui numeri.

Anche i bambini più piccoli hanno il desiderio di partecipare alle situazioni in cui si conta.

I bambini si aiutano a non saltare i numeri nella sequenza. Sono interessati a far corrispondere il numero agli oggetti e molte volte, accorgendosi di aver sbagliato, ricominciano a contare da capo.

Quando i bambini hanno l’impegno di svolgere diverse attività, anche i più piccoli si rendono conto di quanto manca per completare il lavoro, perché contano le cose che i più grandi hanno già finito.

I bambini di 5 anni sperimentano il Metodo Analogico per favorire le operazioni di calcolo.